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EMISSIONI 18-02-2019

Riscaldamento a legna e pellet e qualità dell’aria: vogliamo chiarezza!

AIEL Associazione Italiana Energie Agroforestali

Confartigianato Imprese Veneto

ANFUS - Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini

ASSOCOSMA – Associazione Nazionale Costruttori Stufe     

 

COMUNICATO STAMPA UNITARIO

 

16 febbraio 2019 - Il tema delle emissioni prodotte dalla combustione delle biomasse legnose è sempre più sotto i riflettori delle istituzioni e dei media. L'argomento tocca la qualità della nostra vita e il diritto alla salute e, allo stesso tempo, si collega alle cause che contribuiscono alla produzione di emissioni, in primo luogo di polveri sottili, ma anche altri composti quali ad esempio gli ossidi di azoto.

Secondo i dati ufficiali negli ultimi decenni le concentrazioni di particolato atmosferico sono diminuite, ciò malgrado le situazioni di criticità permangono, soprattutto nel contesto urbano delle regioni del bacino padano, un territorio chiuso per tre lati dal sistema montuoso delle Alpi, dove vive il 40% della popolazione italiana e si produce oltre il 50% del PIL nazionale.

Il traffico stradale è indicato tra i principali responsabili dell’inquinamento atmosferico, infatti con 62,4 auto per ogni 100 abitanti il nostro Paese ha il record europeo nel rapporto tra autovetture circolanti e abitanti, seguito da Germania e Spagna, rispettivamente al secondo e terzo posto.

Nell’ambito del riscaldamento residenziale, l’apporto di emissioni di polveri sottili da parte della combustione delle biomasse legnose rappresenta un'oggettiva criticità sulla quale si registrano strumentalizzazioni da parte di settori dei combustibili fossili e carenze evidenti sui dati presi a riferimento per definire politiche e norme. La questione non va “liquidata” in modo semplicistico. La complessità del tema e le sue importanti implicazioni meriterebbero, infatti, un adeguato approfondimento sui dati ufficiali.

Nel bacino padano l’apporto della combustione domestica alla produzione di PM10 è in calo, soprattutto grazie al turnover tecnologico, cioè la sostituzione dei vecchi apparecchi obsoleti con nuovi e performanti generatori a legna e pellet. Lo confermano i dati pubblicati da ARPA Veneto (-20% negli ultimi 7 anni) e quelli recentemente pubblicati da ARPA Lombardia che presenta un calo del 30% in 5 anni.

Le aziende produttrici di apparecchi domestici e caldaie hanno compiuto un grande sforzo nella ricerca e sviluppo di soluzioni tecnologiche sostenibili, per ridurre le emissioni, aumentare l’efficienza  e migliorare quindi la qualità dell’aria, percorso per altro in continua evoluzione.

La possibilità di offrire un’oggettiva distinzione qualitativa dei sistemi di riscaldamento, verificandone l’idoneità ad assicurare specifiche prestazioni in un’ottica di contenimento delle emissioni atmosferiche, è l’elemento chiave nel percorso di miglioramento intrapreso dalle aziende del settore.

Oggi è possibile scegliere l’apparecchio domestico e caldaie a legna cippato e pellet con le migliori prestazioni in termini di efficienza e riduzione delle emissioni infatti il decreto ministeriale 186 del 2017 ha introdotto una classificazione a stelle per questi generatori come già avviene per le auto. Nel sistema di certificazione Aria Pulita sono più di 2.600 i modelli certificati e classificati. 

Vi sono azioni concrete sulle quali le associazioni del settore sono impegnate e per le quali è richiesto anche il sostegno delle istituzioni, e che possono essere riassunte in cinque punti

- accelerare il processo di rottamazione delle vecchie stufe e la loro sostituzione con apparecchi e impianti a legna cippato e pellet classificati con le migliori performance

- promuovere l’uso di combustibili legnosi certificati e di qualità

- garantire una periodica manutenzione straordinaria dei generatori  e canne fumarie da parte di operatori professionali

- assicurare una installazione alla regola dell’arte da parte di imprese qualificate

- promuovere e diffondere tra i cittadini le buone pratiche nell’utilizzo degli apparecchi e caldaie a biomasse e nella loro manutenzione ordinaria.

Per quanto riguarda il pellet, l’Accordo del Bacino Padano siglato tra Ministero dell’Ambiente e Regioni (tra cui il Veneto) per l’attuazione di misure congiunte per il miglioramento della qualità dell’aria prevede l'obbligo per i generatori di calore a pellet domestici di impiegare esclusivamente pellet certificato conforme alla classe A1 della norma UNI EN ISO 17225-2, che ha come elemento distintivo principale un contenuto di ceneri inferiore allo 0,7%.

La certificazione internazionale ENplus® è l’unica che, grazie a un sistema di controlli trasparente e rigoroso lungo tutta la filiera, garantisce al consumatore un prodotto sostenibile e di alta qualità, certificando la conformità del pellet alle classi di qualità più elevate. I requisiti qualitativi previsti sono persino più restrittivi rispetto alle norme tecniche di riferimento. Il pellet certificato garantisce di ridurre le emissioni rispetto al combustibile non certificato, fino a 2 volte nelle stufe e fino a 4 volte nelle caldaie oltre ad un processo di combustione più efficiente, e quindi anche importanti risparmi economici.

Per approfondire questi temi le organizzazioni coinvolte organizzeranno a breve un convegno.

Aldilà delle sterili polemiche alimentate da soggetti disinformati, questo settore chiede chiarezza e oggettività.