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EMISSIONI 19-10-2021

AIEL risponde allo studio di EEB contro il riscaldamento a biomasse

Turn-over tecnologico, qualità dei combustibili, manutenzione e installazione a regola d’arte sono le soluzioni per ridurre l’inquinamento da polveri sottili

AIEL in riferimento allo studio di EEB (European Enviromental Bureau) ripreso da ANSA, ricorda che le biomasse legnose rappresentano la principale fonte energetica rinnovabile nel nostro Paese e sono una scelta economicamente vantaggiosa per molte famiglie ma anche un’opportunità concreta nell’ottica del contrasto al cambiamento climatico. Privilegiare le fonti rinnovabili disponibili sul territorio come le biomasse legnose garantisce importanti ricadute positive in termini socio-economici (con un valore aggiunto che rimane praticamente tutto sul territorio) ambientali e occupazionali.

La produzione di biomasse solide assicura infatti continuità, stabilità e programmabilità, tre aspetti centrali per rendere la transizione ecologica realmente sostenibile e inclusiva. 

Nel Libro Bianco “Rottamare ed educare” AIEL propone la sua strategia per un miglioramento tangibile della qualità dell’aria, continuando a riscaldare le famiglie italiane con una fonte rinnovabile, sostenibile e carbon neutral.
Per ridurre e risolvere il problema, AIEL ritiene prioritario continuare a sostenere il ricambio tecnologico di stufe e caldaie obsolete con impianti moderni e più performanti, in grado di abbattere le emissioni di polveri sottili. 
Il settore è infatti impegnato da anni a ridurre il proprio impatto sulla qualità dell’aria, senza negare le criticità ma mettendo in campo le soluzioni che, per la parte riguardante la combustione delle biomasse, sono già disponibili sul mercato, grazie a importanti investimenti in ricerca e sviluppo da parte dei produttori di apparecchi.

NUOVE EVIDENZE NELL'INVENTARIO NAZIONALE DELLE EMISSIONI DI ISPRA

La questione delle emissioni di particolato è molto complessa, per questo motivo è sempre importante basarsi sulle fonti ufficiali, che garantiscono un riferimento univoco per analizzare in modo corretto e completo questo tema. Nel caso specifico il documento ufficiale di riferimento in Italia è l’inventario nazionale delle emissioni pubblicato annualmente da ISPRA. L’inventario, nella sua versione più aggiornata (2021), conferma nel 2019 un ruolo ancora rilevante del riscaldamento non industriale alla emissione di PM10 primario. In inverno circa il 50% delle emissioni di PM10 sono prodotte dal riscaldamento domestico. 
Questo dato è legato all’uso ancora troppo diffuso di tecnologie tradizionali obsolete per la combustione domestica del legno che non sono più compatibili con i processi di miglioramento e/o mantenimento della qualità dell’aria. Nel 2019, secondo ISPRA, il 40,30% dell’energia termica da riscaldamento a biomassa veniva prodotta da camini aperti ed il 18,40% da stufe a legna, mentre solo il 7,9% dell’energia è prodotta mediante stufe a legna “evolute” e solo il 13,6% dell’energia è prodotta da stufe a pellet. Lo stesso report fotografa un parco installato che ancora dipende per il 60% da tecnologie tradizionali obsolete. 
Ciononostante, anche nel 2019 le emissioni di PM10 del riscaldamento civile si confermano in calo, calo che negli ultimi 10 anni ha raggiunto il 24%. Il calo registrato, a fronte di un parco installato numericamente stabile nel decennio, dipende soprattutto dal turn over tecnologico in corso che ha fatto registrare - nello stesso periodo – una riduzione molto significativa del fattore di emissione medio ponderato, che passa dai 406 g/GJ del 2010 ai 352 g/GJ di PM10 del 2019. Un risultato importante raggiunto anche grazie a sistemi incentivanti intelligenti come il Conto Termico e l’Ecobonus. 

Il calo registrato negli ultimi 10 anni è l’inizio dell’effetto che può derivare da un turn over accelerato su scala nazionale, infatti le moderne tecnologie allo stato della tecnica, nel riscaldamento domestico a legna, pellet e cippato, possono raggiungere fattori di emissione di poche decine di grammi per GJ di energia termica prodotta e nei casi migliori (tecnologie ad emissioni “quasi zero”) si arriva a pochi g per GJ. L’introduzione massiccia di queste tecnologie cambierà radicalmente il peso delle biomasse nelle emissioni di particolato primario. Non si tratta per Aiel di scenari ipotetici ma di obiettivi che in alcuni Paesi europei sono già stati raggiunti concretamente, come certificano i dati ufficiali. Al di là delle stime, è importante evidenziare che l’idonea qualità del biocombustibile, la corretta installazione e manutenzione degli impianti e la formazione dell’utente finale completano il quadro della riqualificazione tecnico-ambientale del parco installato. 
I dati ufficiali confermano che questa riqualificazione è in atto e che sono stati fatti passi in avanti importanti sia a livello regionale che nazionale. La moderna e sostenibile valorizzazione energetica del legno assume in Italia e in Europa un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione del riscaldamento civile.