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POLITICA 08-10-2021

L’UE corre ai ripari per evitare un inverno “freddo”

Proposti 5 strumenti per arginare l’aumento dei prezzi dell’energia. Anche le biomasse, insieme alle altre fonti di energia rinnovabile, saranno chiamate a giocare un ruolo chiave nella diversificazione dell’approvvigionamento energetico

Ieri mattina il Parlamento Europeo si è riunito a Strasburgo per discutere dell’incremento dei prezzi dell’energia. Malgrado il carattere interlocutorio del dibattito, è evidente la tendenza dell’esecutivo europeo di produrre future misure per sostenere gli Stati membri dell’Unione, attraverso una toolbox, una “cassetta degli attrezzi” (che probabilmente sarà presentata la prossima settimana) con cui la Commissione UE implementerà una serie di azioni a sostegno dei Paesi per il periodo invernale.

Alcune delle proposte sul banco dell’esecutivo europeo prevedono la possibilità di implementare misure con lo scopo di fornire un sostegno mirato ai consumatori, attraverso: pagamenti diretti a coloro che sono più a rischio di povertà energetica, tagliando le tasse, spostando gli oneri nella fiscalità generale. In tale circostanza, la Commissione sta valutando l’opportunità di attuare delle forme di acquisti congiunti e riserve strategiche di gas a livello comunitario. La Commissione europea proporrà anche, prima della fine dell'anno, di riformare il mercato del gas per renderlo più resistente alle impennate dei prezzi. Il Commissario per l’energia, Kadri Simson chiarisce che “le aspettative del mercato indicano che questa è una situazione temporanea, ma i prezzi del gas rimarranno alti per tutto l'inverno e dovrebbero diminuire gradualmente dalla primavera del prossimo anno”.

Attualmente, i Paesi dell’Unione Europea hanno tutti i numeri in regola per superare l’inverno, con circa il 73% del gas in stoccaggio in tutta Europa, ma permane, nonostante il regolare impegno russo, la preoccupazione della dipendenza energetica dall’UE da Mosca. Per la Commissione UE la transizione ecologica e il cambio di paradigma verso un mix energetico principalmente composto da energia rinnovabile rappresenta la possibilità di una maggiore autonomia, slegandosi dalla dipendenza dei combustibili fossili.

Il Commissario Simon dichiara inoltre che “questo shock dei prezzi non può essere sottovalutato”, in quanto danneggia non solo i cittadini europei, ma in particolar modo le fasce della società più vulnerabili, indebolendo la competitività e aumentando la pressione inflazionistica. È necessario un intervento risoluto e immediato, in quanto se tale fenomeno dovesse essere lasciato incontrollato rischierebbe di compromettere la ripresa dell'Europa che sta prendendo piede.

Kadri Simon ha sottolineato altresì l'importanza di chiarire che gli attuali aumenti dei prezzi non sono correlati alla politica climatica dell'UE, ma sono dovuti alla dipendenza dell'Europa dai combustibili fossili importati.

Sulla stessa linea anche l’eurodeputato Philippe Lamberts del Gruppo dei Verdi, il quale dichiara che la situazione è un segnale di allarme che indica la necessità di accelerare con la transizione verso energie rinnovabili e di agire con più solidarietà: “Dinanzi a questa povertà energetica, prima di tutto gli Stati membri devono rispondere utilizzando entrate fiscali aggiuntive per garantire ed estendere le tariffe sociali agevolate e per porre in essere aiuti diretti, per le famiglie più colpite. Una produzione equa e sostenibile è più costosa di una produzione sporca e che inquina. Quindi, se vogliamo che tutti possano permettersi quello che basta per vivere dignitosamente, è assolutamente fondamentale invertire la macchina che guida le disuguaglianze. Senza giustizia sociale, la transizione ecologica non avrà luogo e senza la transizione ecologica le nostre società collasseranno".

La questione dell'ambiziosa politica climatica e il ruolo dell'UE nell'aumento dei prezzi dell'energia hanno diviso le opinioni. Il Ministro degli Esteri sloveno Anže Logar, in rappresentanza della Presidenza del Consiglio, ha affermato che “la politica climatica dell'UE e in particolare il pacchetto Fit for 55 "non è né la fonte dell'attuale impennata dei prezzi dell'energia né una soluzione a breve termine". Il Ministro ha poi aggiunto: “A lungo termine, la decarbonizzazione dell'economia europea può aiutare a ridurre le fluttuazioni dei prezzi dell'energia e combattere la povertà energetica. Nel frattempo, alle famiglie più vulnerabili dovrebbe essere offerto un sostegno al reddito attraverso il Fondo sociale per il clima".

I ministri di Spagna, Francia, Repubblica ceca, Grecia e Romania hanno formulato una proposta in cinque punti chiave, che dovrebbe accompagnare l’iniziativa della Commissione UE relativa alla “toolbox” della prossima settimana. I Paesi sopracitati suggeriscono di:

  • Costruire un approccio comune a livello europeo nell’individuare strumenti politici per coordinare le risposte nazionali con l’obiettivo di reagire immediatamente alle drammatiche impennate dei prezzi.
  • Attuare un’analisi più approfondita sul funzionamento del mercato europeo del gas, per comprendere perché gli attuali contratti si sono rivelati insufficienti.
  • Riformare il mercato all’ingrosso dell’elettricità.
  • Concentrarsi sul raggiungimento dell'indipendenza energetica investendo nella diversificazione dell’approvvigionamento e ridurre la dipendenza europea dai paesi esportatori di gas il più velocemente possibile. Le energie a basso contenuto di carbonio, per esempio la biomassa, l'energia eolica e solare, giocheranno un ruolo chiave nella diversificazione dell’approvvigionamento energetico.
  • Nell’ambito dell'ETS, il Sistema per lo scambio delle quote di emissione per dare un prezzo esplicito al carbonio e avviare la transizione energetica, garantire un prezzo del carbonio che sia il più prevedibile possibile, evitando eccessive volatilità.