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ASSEMBLEA GENERALE 24-06-2021

Assemblea generale 2021: la forza dei 20 anni di AIEL e il rilancio per il futuro

Quella che si è tenuta oggi è un’assemblea doppiamente importante, perché celebra i vent’anni dalla nascita di AIEL e al tempo stesso proietta l’associazione verso l’evoluzione futura, nella consapevolezza che le sfide che impegneranno la filiera bosco-legno-energia sono epocali perché strettamente connesse con la transizione energetica e con l’impegno nella decarbonizzazione. Vent’anni di storia rappresentano quindi la base da cui ripartire con nuovo slancio. Un lascito importante, che segna anche il passaggio del testimone tra Marino Berton fondatore, presidente e poi direttore generale di AIEL, e Annalisa Paniz che dal prossimo primo luglio assumerà l’incarico di direttore generale, dopo aver ricoperto il ruolo di Direttore affari generali e relazioni internazionali. Il Presidente Domenico Brugnoni, che ha guidato la transizione, continuerà ad essere garante della continuità e del nuovo impulso che sarà dato all’organizzazione.

Per il secondo anno l’assemblea dei Soci non viene fatta in presenza - esordisce Domenico Brugnoni, presidente di AIEL - ci dispiace di questo, ma siamo certi che sarete partecipi come e più del solito. Due aspetti principali: uno è quello del bilancio, che verrà illustrato ai soci, e uno legato ai contenuti e alle prospettive future. La trasparenza su un tema come quello del bilancio economico è fondamentale per un’associazione che vuole essere sostenibile e lavorare con lungimiranza e serietà. L’altro aspetto riguarda il passaggio di consegne tra Marino Berton e Annalisa Paniz ma soprattutto gli impegni e le sfide che attendono l’associazione nel prossimo futuro. A nome mio personale, del Consiglio direttivo, dei Soci e dei collaboratori di AIEL, voglio esprimere il plauso e i più sinceri ringraziamenti a Marino Berton per quello che ha fatto e per quello che ha dato a quest’associazione, con il suo entusiasmo, la sua determinazione e le sue grandi doti umane. Gli saremo sempre grati per questo”. 

Marino Berton – Mettere a patrimonio i primi vent’anni di AIEL per guardare al futuro
Oggi celebriamo e festeggiamo un compleanno: AIEL compie vent’anni e si chiude una pagina e se ne apre un’altra: Annalisa Paniz assume la guida della direzione generale di AIEL ed io mi appresto a fare la mia ultima relazione ai Soci. Ma oggi è soprattutto l’occasione per parlare di futuro perché è su questo che i Soci vogliono confrontarsi.
Dedicherò poco tempo al passato e alla celebrazione, per non cedere alla retorica e alla personalizzazione.
Più che parlare del passato è molto più interessante interrogarci sul futuro. Con quali prospettive il grande comparto delle energie rinnovabili potrà contribuire alla transizione energetica?
Il nostro settore, che nella indiscutibile realtà dei numeri è il più importante delle rinnovabili per quantità di energia consumata, deve leggere il suo futuro in stretta relazione alla vicenda energetica che a sua volta è indissolubilmente legata al cambiamento climatico in atto. Quest’ultimo, per gli effetti che determina sull’intero pianeta, trascina con sé molte altre implicazioni di carattere ambientale, sociale ed economico.
Abbiamo raggiunto la concentrazione di gas serra nell’atmosfera più alta nella storia dell’uomo e, di anno in anno, registriamo le temperature medie più alte del pianeta da quando abbiamo iniziato a misurarle.
I ricercatori dell’IPCC sono concordi nella diagnosi: per guarire la febbre del pianeta bisogna cambiare il modo di produrre, di consumare, insomma di vivere. Ma la prima cosa da fare è chiudere il più rapidamente possibile con il petrolio e con il gas, quindi spingere prepotentemente sulle fonti di energia rinnovabile. Non abbiamo scelta, la fine delle fossili è un percorso obbligato. Dobbiamo usare meglio l’energia e soprattutto produrla attraverso fonti rinnovabili.
Seguendo questa logica, la principale fonte rinnovabile in Italia, in Europa e nel mondo, l’energia prodotta da biomasse solide, specialmente quella termica, dovrebbe avere un indiscutibile ruolo nel prossimo futuro, che si dovrebbe tradurre in una prospettiva di crescita e sviluppo. Ma sul nostro cammino ci sono degli ostacoli, che corrispondono alle sfide che dobbiamo affrontare e vincere. Ne segnalo tre in particolare che a mio parere sono le principali, anche se non le uniche.
La prima
Pur essendo la prima rinnovabile utilizzata da milioni di persone, il nostro settore è scarsamente percepito tra la categoria delle fonti rinnovabili. Numerose indagini demoscopiche anche recenti lo confermano, quando si chiede alla gente quali sono le energie “verdi” in larghissima maggioranza le persone rispondono il fotovoltaico e l’eolico, più di rado si ricordano dell’idroelettrico e delle pompe di calore. Le biomasse, e in particolare la termica da legna, cippato e pellet, sono scarsamente citate e incluse in questo novero.
Malgrado la straordinaria evoluzione tecnologica dei processi di combustione delle biomasse, negli apparecchi domestici e ancor più nelle caldaie, nell’immaginario collettivo si relega questo settore ad un retaggio del passato.
Ma il balzo tecnologico che il nostro settore ha realizzato è indiscutibile, stufe e caldaie oggi prodotte non sono nemmeno paragonabili a quanto sul mercato 15-20 anni fa.
La prima sfida da vincere è quella che Aiel sta portando avanti con convinzione: ROTTAMARE, sostituire il più rapidamente possibile i sistemi antiquati con le tecnologie moderne ed efficienti che già oggi l’industria e il mercato della termica da biomasse è in grado di offrire. Vi invito ad essere consapevoli che questo tema coinvolge tutta la nostra filiera, costruttori delle tecnologie, rivenditori, installatori, manutentori, produttori e distributori dei combustibili legnosi. Questa sfida la possiamo vincere solo se siamo insieme ad affrontala, perché riguarda inevitabilmente tutti.
La seconda
La seconda sfida è strettamente connessa alla prima. I combustibili legnosi sono tra i principali responsabili delle emissioni di particolato primario. Un fatto che ha poco a che vedere con la rinnovabilità ma molto con la qualità dell’aria, soprattutto per le regioni del bacino padano. Molto è stato fatto, soprattutto nel settore delle caldaie, ma molto ancora resta da fare. Il tema della qualità dell’aria, fino a poco tempo fa scarsamente presente nel dibattito pubblico, ora è sempre più in evidenza e condiziona vaste fasce di opinione pubblica ma anche le scelte politiche a scala locale, regionale, nazionale e ultimamente anche a livello UE.  Su questa criticità ci giochiamo una parte rilevante del futuro dell’energia a biomasse.
Come uscirne? Una prima e concreta risposta è già contenuta nella citata strategia della rottamazione unita all’EDUCAZIONE, cioè alla promozione delle buone pratiche nella gestione e manutenzione dei generatori a biomasse. Ma a mio avviso bisognerà fare di più.  Servono ancora investimenti in RICERCA E INNOVAZIONE per dare al mercato risposte ancora più efficaci nell’abbattimento delle emissioni, per riuscire in breve tempo ad avere e diffondere tecnologie “near zero emission”.
La terza
La terza sfida si pone in relazione diretta con il tema forestale. L’energia da biomasse non può esistere senza combustibili legnosi, che a loro volta devono provenire dalla gestione forestale sostenibile. È ancora diffusa l’opinione che sviluppare il nostro settore significa mettere in pericolo i boschi. 
È importante che questo tema diventi sempre più una parte significativa del confronto tra i soci e dell’iniziativa di AIEL perché interessa tutta la nostra filiera. Pongo l’accento su questa questione perché avverto ancora una limitata consapevolezza nella nostra compagine associativa su questa minaccia che si profila nel nostro futuro.
In questa mia ultima relazione ai soci, sento il bisogno di porre alcuni interrogativi. In Italia le regole sulla gestione forestale ci sono e lo sforzo per il continuo processo di ammodernamento è evidente, soprattutto a scala nazionale. Tutto l’impegno per elaborare il Testo Unico sulle Foreste ha avuto successo e ultimamente l’impegno per definire la Strategia Forestale Nazionale, alla quale anche AIEL ha contribuito nei contenuti, molto presto troverà una positiva conclusione. Ma in Italia, dove c’è il tasso di utilizzazione forestale più basso d’Europa, paghiamo il prezzo di politiche forestali praticate da altri singoli paesi europei, non confrontabili con il nostro contesto. Alcune associazioni ambientaliste ci attaccano per i tagli a raso di chilometri quadrati di boschi nel nord est d’Europa. Saranno anche casi limitati ma il danno alla nostra reputazione è molto forte. Le critiche si estendono anche a modelli di utilizzo di biomassa per la generazione elettrica di grande potenza presenti nel contesto europeo
Non condividiamo questi modelli, la realtà italiana è oggettivamente diversa ma ne subiamo comunque le conseguenze. AIEL da sempre ha sostenuto convintamente e coerentemente che l’uso energetico delle biomasse deve essere posto in relazione con la gestione sostenibile delle risorse forestali. 
Anche Aiel si rinnova per cogliere i cambiamenti
Queste sfide riguardano anche la nostra Associazione, e il rinnovo della sua struttura organizzativa è l’unico modo per essere sempre più in grado di cogliere i cambiamenti. Ho provocato e sostenuto convintamente questo processo chiedendo agli organismi dell’associazione di concludere la mia esperienza perché sono convinto che la spinta al rinnovamento della struttura operativa di AIEL dovesse partire da me che ho la responsabilità di aver partecipato alla sua fondazione vent’anni fa. Oggi presentiamo alla Assemblea il nuovo Direttore Generale di AIEL approvato da tutto il Consiglio Direttivo su proposta del presidente Brugnoni, nella persona di Annalisa Paniz e la nuova pianta organica che lei stessa, che la dovrà guidare, illustrerà nella sua relazione.
Conosco Annalisa da quasi quindici anni per averla assunta da ex presidente e per averla vista all’opera nei suoi numerosi impegni via via sempre più qualificati all’interno dell’associazione. Le sue qualità personali e professionali mi convincono sulle capacità che saprà dimostrare in questo nuovo e sfidante ruolo.
Annalisa potrà contare su uno staff formato da persone competenti, qualificate e motivate, una struttura solida che saprà interpretare le nuove sfide che ci attendono. Credo che il sostegno dei nostri Soci non mancherà, anzi sarà ancora più forte e presente.

TAVOLA ROTONDA DI FILIERA

L’assemblea ha previsto un momento di dibattito – condotto da Matteo Favero – a cui sono intervenuti i rappresentanti di tutti i Gruppi di filiera. La discussione verteva su due aspetti principali:
-    aspettative rispetto al futuro dell’Associazione, in termini di contenuti, impostazione, postura, advocacy
-    le sensibilità di ciascun gruppo all’interno del più ampio contesto associativo, considerando sia un orizzonte di breve periodo (1-3 anni), sia medio (5 anni) o persino più lungo.

Gianni Ragusa Gruppo produttori apparecchi domestici

Ci siamo confrontati più volta con il nostro gruppo e sentiamo la necessità di valorizzare le biomasse da un punto di vista degli obiettivi di neutralità carbonica. Quello che è importante è continuare ad agire in azioni di advocacy. L’associazione deve cominciare un percorso dove sicuramente tutte le aziende virtuose e che seguono la linea di miglioramento tecnologico vengano riconosciute come tali, e di conseguenza, che si evidenzino anche quelle che scelgono un’altra strada.

Siamo consapevoli che l’associazione è un pilastro del nostro settore. Lo è diventata con il tempo, approfondendo le problematiche e aprendosi le porte di Roma, che però dovremmo aprire più frequentemente. Certo, oltre ai progetti, dovremo stabilire anche i budget di spesa. Il tempo che abbiamo a disposizione è molto risicato. Le azioni da fare sono azioni che hanno dei costi e i costi vanno ripartiti: le azioni di advocacy sono costose. Per questo faccio un appello alla praticità, tutti dobbiamo renderci conto di questo e del fatto che tutti i gruppi dovranno contribuire, secondo le loro possibilità.

Francesca Fabrizio Gruppo produttori caldaie a biomassa

Oggi siamo di fronte a un bivio: nei prossimi 2-5 anni ci giochiamo l’essere fuori da un percorso di decarbonizzazione o essere dentro da protagonisti in questo percorso. Alcuni competitors stanno provando a disconoscere il nostro ruolo e per questo chiediamo ad AIEL delle azioni incisive. Questo significa farsi sentire, con il pubblico attraverso il marketing, ma anche con i decisori politici a Roma o a Bruxelles con azioni di advocacy mirate. Dobbiamo rispondere agli attacchi ingiustificati che ci vengono rivolti, cercare di farci riconoscere dagli altri gruppi e associazioni che si occupano delle rinnovabili, affiancandoci a professionisti con competenze in altri settori, che ci affianchino e ci aiutino ad essere più incisivi nel dibattito pubblico.

AIEL avrà la capacità finanziaria necessaria per partire con il nuovo progetto, ma è vedendo i risultati che le aziende potranno convincersi a contribuire in modo più consistente. Nel settore caldaie a biomasse la partita ce la giochiamo differenziandoci a livello tecnologico: investire in ricerca e sviluppo è fondamentale per il nostro segmento. Ad AIEL chiediamo supporto tecnico, e questo non è mai mancato grazie a Valter. Quello che ci manca è di avere certezze sugli incentivi e su ciò che ci verrà chiesto a livello di prestazioni tecnologiche in futuro, per avere dalla politica risposte certe: vogliamo sapere che incentivi abbiamo, per quanto tempo li abbiamo e che cosa ci viene richiesto in termini di tecnologie per potervi accedere.

Riccardo Cosimi Gruppo installatori e manutentori impianti a biomassa

Siamo partiti da un concetto di associazione di filiera, ma ora siamo di fronte a un’importante svolta. Dobbiamo implementare nuove tecnologie sui nostri impianti, perché le istituzioni aprono quando parliamo di tecnologie e chiudono quando entriamo in dinamiche politiche. Chiediamo inoltre di continuare a tutelare la nostra professionalizzazione di installatori e manutentori, come AIEL ha fatto negli ultimi anni. Infine dobbiamo chiederci cosa abbiamo fatto di buono da un punto di vista di advocacy istituzionale e cosa ha funzionato meno.

Sentiamo la necessità di collaborare con tutti i segmenti perché l’installazione e manutenzione siano i driver dell’efficienza e delle migliori performance nel settore del riscaldamento a biomasse. I prodotti e gli impianti devono adottare paradigmi moderni impiantistici. Dobbiamo trovare una strategia per arrivare dal bosco al camino, garantendo la nostra professionalità, gli aggiornamenti, di far conoscere il nostro lavoro alle istituzioni. Con i controlli di efficienza energetica gli installatori devono assumersi grandi responsabilità: ma questo sarà possibile solo con soluzioni impiantistiche di alto livello.

Massimo Negrin Gruppo produttori professionali biomassa

Affinché l’uomo possa continuare a beneficiare delle molteplici funzioni del bosco, il patrimonio forestale deve essere gestito. Dobbiamo essere capaci di comunicare che senza le biomasse non è oggi possibile raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Ci aspettiamo una comunicazione forte su temi chiari, fruibili dalle masse e una valorizzazione del tema della sostenibilità attraverso i marchi delle certificazioni, che devono diventare elementi necessari per accedere ad ogni strumento di sostegno della filiera. Chiediamo una comunicazione più all’attacco e meno difensiva, anticipando le critiche. Infine, per quanto riguarda le materie prime, dobbiamo essere capaci di valorizzare le filiere corte.

Sono convinto che l’approccio di filiera sia importante: dobbiamo conoscere le rispettive esigenze e riuscire a fare sintesi. L’approccio al mercato di squadra significa colmare quelle lacune che vedono impianti ad altissima efficienza alimentati con combustibili non all’altezza, oppure non ben installati oppure al contrario biocombustibili di alta qualità su apparecchi obsoleti. La nostra proposta in questo senso è di condividere dati e volumi di mercato aggregati e anonimi, per capire dove stiamo andando nel tempo, quali tecnologie e biocombustibili sono più utilizzati.

Domenico Dal Tio Gruppo produttori pellet ENplus®

Le aspettative del Gruppo produttori e distributori di pellet sono diverse: da un lato il percorso per ottenere la reverse charge sulla compravendita di pellet. Dal 2015 con l’aumento dell’IVA molte aziende hanno cercato di sfruttare a proprio vantaggio l’aumento dell’IVA in modo illegale. Questo fenomeno sta distruggendo il mercato del pellet, penalizzando le aziende che lavorano correttamente. Il meccanismo di reverse charge impedirebbe alle aziende di incassare l’IVA senza poi versarla all’erario.
L’altro obiettivo che l’associazione dovrebbe porsi è legato all’advocacy e alla lobby di settore. Ci siamo trovati la norma in legge finanziaria senza poter dire la nostra in quel tavolo perché a quel tavolo non eravamo presenti. Questo non dovrà più ripetersi, serve un approccio più attivo e coraggioso all’interno dei tavoli tecnici dell’associazioni, per prevenire l’operatività e concertare insieme le azioni più rilevanti.

Siamo un’associazione di filiera e questo è un patrimonio da portare avanti. L’associazione però deve svilupparsi anche all’esterno con altri gruppi delle rinnovabili e associazioni ambientaliste. L’aspetto legato alla gestione sostenibile dei boschi: in questi giorni è palese per gli operatori del settore la mancanza di tronchi: la richiesta di legnami per semilavorati è enorme e vi è una mancanza di tronchi e un’aspettativa di mancanza di tronchi per la prossima stagione che è drammatica. Il patrimonio boschivo non viene gestito, i tassi di prelievo sono sempre più bassi e questo aspetto va assolutamente mitigato perché il settore del legno non può prescidere dalla risoluzione di queste problematiche.

L'importanza dell'advocacy territoriale: partecipazione ai tavoli regionali sulle politiche per la qualità dell’aria – Valter Francescato

AIEL ha portato alcuni approfondimenti tecnici agli incontri organizzati nell’ambito del progetto creiamo PA 2019-2022 e dei Laboratori tematici con le Regioni e Comuni. Inoltre, ha partecipato a una serie di incontri di un tavolo tecnico con MITE, ENEA, ISPRA e Regione per l’aggiornamento dell’inventario emissioni, dei fattori di emissione delle statistiche consumi e altri temi tecnici oltre che per confrontarsi sulle modalità per mitigare il problema della qualità dell’aria. Un progetto che ha consolidato i rapporti con le istituzioni nazionali e le Direzioni Ambientali ed Energia regionali. Molto utile anche la condivisione e lo scambio di dati e informazioni su consumi e qualità dell’aria, il ricalcolo della serie storica di PM10 nonché il coordinamento tra Regioni e istituzioni.
Un’altra attività importante è la collaborazione con ISPRA per aggiornare l’inventario dei fattori di emissioni che hanno dimostrato una significativa riduzione dei FE (reali) degli apparecchi domestici a legna e pellet rispetto a dieci anni fa.
Nell’ambito del progetto Prep-AIR stiamo ancora lavorando sulla formazione di progettisti e installatori-manutentori. Inoltre, abbiamo cercato di collaborare con le istituzioni sul fronte dell’educazione degli utenti, utilizzando strumenti digitali per far conoscere ai cittadini le corrette modalità di combustione, gli incentivi disponibili.
Infine, abbiamo attivato con il Comune di Milano una interlocuzione tecnica che ha portato alla realizzazione di uno studio, grazie anche al contributo dell’azienda Carbotermo, per monitorare le emissioni degli impianti a biomassa presenti in città.

Presentazione di Rottamare ed educare – Annalisa Paniz

Il Libro Bianco, documento di posizionamento politico dell’associazione con una serie di azioni per ridurre del 70% le emissioni del riscaldamento a biomasse è stato abbinato ad una serie di contenuti di comunicazione: un libro bianco stampabile che riassuma i contenuti, un poster di road map, una landing page e un video informativo. La parte più importante ha riguardato l’attività di advocacy: per presentare il documento abbiamo incontrato il Ministero dello sviluppo economico, il ministero dell’ambiente, regione Lombardia, regione Veneto, Veneto agricoltura, Centro studi azione, onorevoli e parlamentari, il GSE, ENEA, coordinamento FREE, Kyoto club, Legambiente, Andrea Gennai di Geo&Geo, Luca Mercalli del Comitato scientifico ISPRA. Per dare visibilità abbiamo messo in piedi partnership editoriali con il gruppo GEDI e RCS, con formati di digital native advertising e advertorial, ma anche su testate verticali come Qualenergia, Rinnovabili.it, Ecofuturo.

Francesca Maito presenta il questionario di comunicazione
Il questionario sulla comunicazione di AIEL ha raccolto circa 100 risposte. I temi di trattazione giudicati di maggior interesse sono gli incentivi e le detrazioni fiscali e la sostenibilità della biomassa legnosa, seguito da politiche di settore nazionali emissioni e qualità dell’aria, cambiamento climatico e neutralità carbonica. Fatta eccezione per gli incentivi, questi temi non riscontravano altrettanto interesse negli anni passati. I soci ritengono prioritario l’utilizzo di canali come newsletter, siti web e social media.  I canali web di AIEL sono ben conosciuti dai soci, così come la rivista Agriforenergy che dimostra come la partnership con PF magazine, seconda rivista più conosciuta, possa essere vincente per trasmettere informazioni di qualità alla filiera. Alcuni stimoli interessanti arrivano da una maggiore presenza social, dall’importanza del tema della sostenibilità, dalla possibilità di rilanciare la rivista Agriforenergy in formato digitale e a semplificare i contenuti per essere più attrattivi verso cittadini e consumatori finali.

Annalisa Paniz - Scriviamo il nostro futuro partendo da adesso
Siamo in un momento di grandi opportunità ma anche di grandi rischi. Il dibattito politico è concorde nell’obiettivo di decarbonizzazione ma non è consapevole del contributo che le biomasse possono dare per raggiungerlo. Per questo dobbiamo portare all’attenzione della politica e dell’opinione pubblica la posizione di AIEL e il ruolo chiave che le biomasse possono giocare.
I prossimi anni saranno fondamentali e scriveremo il futuro del nostro settore. Il PNIEC dovrà essere presto riscritto, sarà fondamentale inserirci tra gli interlocutori e farci trovare pronti.
Sarà necessario trovare nuovi equilibri, riscrivendo dinamiche di collaborazione interna ed esterna, dando slancio alle iniziative e ripensando l’associazione. 
A livello di organizzazione associativa vogliamo creare consapevolezza e rafforzare lo spirito associativo interrogandoci sui temi che riguardano il futuro. Vogliamo creare un percorso partecipato per fare un salto in avanti nella capacità di trasmettere i nostri messaggi e farci ascoltare.
È fondamentale che AIEL evidenzi il proprio ruolo di prima fonte energetica rinnovabile nazionale, incidendo maggiormente a livello di advocacy e proseguendo nelle attività di comunicazione amplificandone i risultati e gli effetti.
Progetteremo insieme il cambiamento con un progetto di 5 pilastri: l’advocacy, il supporto legale, l’ufficio stampa, le partnership editoriali, la comunicazione digitale.
Le quattro parole chiave del futuro di AIEL saranno: il rinnovamento, mettendo a valore quanto fatto negli anni rinnovandoci, la motivazione, che non dovrà mai mancare per vincere le sfide, la progettazione e la ritessitura, cercando di non abbatterci di fronte alle difficoltà o ai fallimenti, continuando a lavorare per il futuro delle biomasse legnose.

Dibattito e sessione interattiva moderata da Diego Rossi

L’assemblea si è conclusa con un dibattito e una sessione interattiva con i Soci, condotti da Diego Rossi, nel corso del quale è stato discusso il punto di vista degli imprenditori sui messaggi politici da proporre nel prossimo biennio e su quali strumenti utilizzare per veicolarli.
Ecco le domande: 
Qual è lo schema di gioco che ritenete più efficace per l’advocacy di AIEL?
•    «Catenaccio e contropiede», per difendere il settore nei punti deboli (qualità dell’aria e sostenibilità) e approfittare di tutte le possibilità per introdurre i temi offensivi nei contesti in cui la difesa degli avversari è più sguarnita (nei tavoli in cui il tema è il riscaldamento globale);
•    «Di costruzione dal basso», cercando di costruire l’azione partendo dalla difesa (miglioramento delle criticità del settore: certificazione, ricerca e sviluppo) per poi arrivare al rilancio sui punti di forza;
•    «Sbilanciato in avanti» per portare avanti i punti di forza della filiera prima di tutto (rinnovabilità, posti di lavoro).
Chi sono i giocatori che non ci possiamo permettere di lasciare in panchina per la partita del rilancio delle bioenergie al 2030?
•    Associazioni di altre energie rinnovabili (altre associazioni della filiera biomasse, solare, pompe di calore, altro);
•    Associazioni di altre energie rinnovabili (altre associazioni della filiera biomasse, solare, pompe di calore, altro);
•    Associazioni ambientaliste
Quale dovrebbe essere il ruolo delle imprese nell’advocacy dell’associazione?
•    «Scout», con un ruolo di collegamento e di condivisione con l’associazione del “capitale” di contatti e collegamenti dell’impresa per lo sviluppo comune del settore
•    «Ultras», facendo proprie le strategie dell’associazione per disseminarle verso i propri clienti o i propri contatti;
•    «Tifoso», ovvero di capitalizzazione dei risultati raggiunti

 

Se sei interessato alle presentazioni, le trovi qui.