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POLITICA 18-11-2020

Le proposte di AIEL per valorizzare la filiera forestale con le risorse di Next Generation EU

La grave crisi economica generata dalla pandemia ha puntato l’attenzione sulla necessità di ripensare ai modelli di sviluppo futuri; contemporaneamente la crisi climatica e ambientale fa capire come la transizione a “nuovi” modelli economici non possa prescindere da scelte di gestione sostenibile e responsabile delle risorse naturali.
Ecco perché il progetto europeo di rilancio economico, il Recovery plan “Next generation EU”, si basa proprio sui principi espressi nel Green Deal Europeo, ossia sulla consapevolezza che per rispondere all’attuale emergenza non possiamo prescindere da progetti di decarbonizzazione dell’energia e di uso responsabile delle risorse al fine di sostenere la transizione verde, innalzare il potenziale di crescita dell'economia e la creazione dell'occupazione, ridurre l'impatto sociale ed economico della crisi e migliorare la resilienza e la capacità di ripresa del nostro paese.
Le proposte articolate dall’Associazione Italiana Energie Agroforestali si basano, quindi, sull’utilizzo responsabile e consapevole del bosco con l’obiettivo di favorire l’attuazione di filiere energetiche locali per sostenere lo sviluppo socio-economico delle aree interne, portando alla nascita di “comunità energetiche” basate sull’uso sostenibile della risorsa “legno locale”, per  ridurre il tasso di dipendenza dalle fonti fossili. Questo potrà realizzarsi supportando l’intera filiera, stimolando lo sviluppo e la strutturazione di moderne imprese forestali e aumentando i tassi di prelievo nell’ottica del principio a cascata delle utilizzazioni forestali, ma anche con azioni che puntino al sostegno dell’industria di prima lavorazione del legno, promuovendo impianti per la produzione di pellet, piccole e medie reti di teleriscaldamento e la micro e minicogenerazione a biomasse al servizio delle comunità che vivono in queste aree. Le proposte di Aiel si pongono quindi l’obiettivo di attivare un’economia circolare wood-based, che metta al centro la valorizzazione sostenibile del territorio e lo sviluppo locale.

La gestione attiva del bosco
Dare valore al bosco italiano significa riconoscere le sue fondamentali funzioni superando la contrapposizione fra le esigenze di conservazione e le necessità di gestione attiva. Nel pieno rispetto delle regole della corretta pianificazione delle utilizzazioni, è possibile attivare uno sviluppo economico locale sostenibile legato alla gestione del bosco e delle sue filiere, che valorizzi le risorse umane del posto, soprattutto quelle più giovani, creando posti di lavoro nella produzione forestale, nella prima lavorazione per la produzione di materiali grezzi e semilavorati per fini strutturali, artigianali ed energetici.
Oggi, purtroppo, solo il 18% della superficie forestale italiana è soggetta a piani di gestione forestale, e la produzione di legno e altri prodotti rimane stabile ma diminuiscono le segherie e le infrastrutture per le utilizzazioni in bosco. Il tasso di prelievo forestale viene oggi stimato con diversi metodi indiretti che portano a risultati diversi, con tassi di utilizzazioni dal 18,4% al 37,4% dell’incremento annuo, molto inferiore alla media europea (62-67%, Stato delle Foreste d’Europa, 2015). Un dato chiaro, tuttavia, è che oltre il 60% del legname prelevato in Italia è costituito da legna da ardere. Infatti, 66,2% dei boschi è di proprietà privata e la forma di governo più diffusa rimane il ceduo (41,8%). Il basso tasso di prelievo significa una bassa pressione antropica sull’ambiente italiano, ma al contempo comporta una forte dipendenza dall’estero di legno e legname per l’industria. L’Italia rimane, infatti, un importatore netto di legname e di combustibili legnosi, legna da ardere, pellet e cippato .
Il settore della selvicoltura e del lavoro in foresta coinvolge 5.685 imprese forestali con 7.349 dipendenti (una media di 1,29 per ogni impresa). Il 72% delle imprese sono società individuali e solo il 7% sono società di capitali. Dal 2011 al 2017 il numero totale delle imprese è rimasto pressoché invariato. Il numero delle imprese è diminuito specialmente nel centro Italia mentre è aumentato al Nord. Il settore della prima trasformazione, che comprende le segherie e le aziende specializzate nel taglio e dimensionamento di legno per l’edilizia e per l’arredo (Codice Ateco 16), contava nel 2017 poco più di 25.000 imprese e oltre 100.000 addetti. Rispetto ai dati del 2008 si è registrata una diminuzione del 27,8% nel numero di imprese e del 34,4% nel numero di addetti.
Emerge, quindi, quanto sia urgente e necessario per il nostro Paese dare corso a nuove politiche che pongano particolare attenzione al patrimonio forestale nazionale e alla sua gestione attiva, garantendo un efficace coordinamento istituzionale superando la sovrapposizione di competenze e ruoli a livello nazionale, regionale e locale che spesso costituiscono una barriera alla efficacia delle politiche selvicolturali. Tutto ciò nell’obiettivo di contribuire alla crescita economica e sociale delle aree interne, rurali e montane e mantenere e accrescere il valore questo patrimonio naturale.

Le proposte di Aiel
Le proposte di investimento strategico nel settore delle aree interne e montane delle Alpi e dell’Appennino avanzate da Aiel sono finalizzate sia alla promozione economica sostenibile di questi territori fragili, sia, contestualmente, a garantirne l’occupazione e il presidio sociale. Alla base delle proposte resta fondamentale la gestione forestale sostenibile e la valorizzazione del legno in tutte le sue forme, secondo il principio dell’utilizzo a cascata. In questa logica le utilizzazioni forestali possono attivare l’economia locale nello spirito dell’economia circolare.

Azione 1 – Sostenere il consolidamento e la nascita di nuove imprese forestali supportando la realizzazione di piattaforme logistico-commerciali a scala regionale
Il modello delle “piattaforme logistico-commerciali” sia di tipo individuale sia di tipo consortile è stato sviluppato in Italia da AIEL circa 10 anni fa grazie al programma europeo “Intelligent Energy Europe” (IEE) e a oggi opera una rete professionale che conta circa 50 piattaforme.
Le piattaforme sono infrastrutture realizzate dalle imprese forestali dove il legname prelevato dai boschi viene stoccato, stagionato, essiccato e processato per poi essere avviato ai vari usi finali (industria del legno e impianti energetici). Si tratta quindi di un’infrastruttura logistica, prossima ai soprassuoli, che svolge importanti funzioni di ottimizzazione logistica dei processi a valle dell’utilizzazione boschiva. L’esperienza ha dimostrato che queste infrastrutture sono determinanti per avviare la sostenibile mobilizzazione del legno locale (aumento dei prelievi) e la sua valorizzazione a cascata. La presenza di imprese forestali con piattaforma, sia individuali sia in forma associata (consorzi, cooperative), è decisiva per garantire nel tempo forniture di cippato di qualità idonea e agli impianti tecnologici locali. Le piattaforme più evolute sono dotate anche di impianti di microcogenerazione che alimentano processi di essiccazione e processi di trasformazione del legname in biocombustibili di qualità standardizzata e consentono quindi la produzione e commercializzazione di biocombustibili certificati.

Azione 2 – Sostenere investimenti da parte di industrie di prima lavorazione del legno per la realizzazione di impianti di produzione di pellet
L’Italia è il principale consumatore europeo di pellet a scala domestica, con un consumo ormai prossimo a 3,5 milioni di tonnellate all’anno. Tuttavia, oltre l’80% del pellet consumato non è di produzione nazionale.
La produzione di pellet fatica a svilupparsi anche a causa di un’industria di prima lavorazione del legno molto indebolita. Tuttavia ci sono varie situazioni sia nell’arco alpino sia nell’Appennino in cui risulterebbe potenzialmente interessante realizzare impianti di produzione di pellet di media dimensione, valorizzando la segatura e i sottoprodotti legnosi vergini prodotti dalle segherie locali e le aziende artigiane di lavorazione del legno. Si tratta di investimenti per i quali gli indicatori finanziari sono piuttosto positivi ma che faticano a trovare la fiducia degli istituti di credito. Per altro, il pellettificio rappresenta un’importante integrazione al reddito della segheria rendendola più competitiva e stabile rispetto ad un mercato del legname da opera molto altalenante.

Azione 3 – Sostenere investimenti per la realizzazione di moderni impianti tecnologici a biomasse per la produzione di calore e la micro e minicogenerazione ad alto rendimento a servizio di: impianti industriali, alberghi e agriturismi, reti di teleriscaldamento pubblico-private
Esiste in Italia un notevole potenziale di risparmio, in termini di incremento dell’efficienza e sostituzione dei vettori fossili ad elevato costo energetico (gasolio, GPL, olio combustibile), attraverso la realizzazione di moderni impianti tecnologici alimentati a biomasse legnose locali, di origine agricola e forestale, per lo più in forma di legno cippato, quale sottoprodotto dei prelievi forestali e delle attività di manutenzione delle coltivazioni legnose agricole.
I maggiori potenziali si concentrano nelle aree montane del paese; i settori nei quali c’è un elevato interesse degli operatori (privati e pubblici) a investire riguardano sia la climatizzazione invernale sia il calore di processo nei settori agroindustriali e industriali, spesso in situazioni promiscue. Un ulteriore settore di notevole interesse è quello delle strutture ricettive, principalmente alberghi e agriturismi localizzati in aree montane.

«Le nostre proposte – afferma Domenico Brugnoni, presidente di AIEL – si inseriscono nel quadro di azioni solcato dal Green Deal che si afferma come la chiave per affrontare problematiche già presenti, sia ambientali sia climatiche, che in questa fase raccolgono maggiore attenzione e che sono al centro delle misure di stimolo per la ripresa economica in Europa».
«L’auspicio – conclude Brugnoni – è che il pacchetto di proposte per il piano di rilancio del Paese con l’utilizzo dei fondi di Next Generation Eu colga le proposte da noi articolate perché è necessario e urgente dare corso a nuove politiche che pongano particolare attenzione al patrimonio forestale nazionale e alla sua gestione attiva, sostenibile e responsabile al fine di promuovere la crescita economica e sociale delle aree interne, rurali e montane».

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