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EVENTI 20-02-2020

Il ruolo cardine delle biomasse nelle politiche nazionali ed europee verso la decarbonizzazione del 2050

La sessione pomeridiana del convegno di apertura di Progetto Fuoco, dedicato a Green New Deal ed energia rinnovabile dal legno, moderata da Annalisa Paniz, Direttore affari generali e relazioni internazionali di AIEL, apre il respiro dell’evento a livello europeo e prende in esame le politiche energetiche nazionali ed europee e il coinvolgimento delle biomasse.

Giulio Volpi, della Direzione Gen. per l’Energia Unità Fonti Rinnovabili della Commissione Europea, ha dedicato il proprio intervento alla politica energetica europea e bioenergia al 2030 e al 2050 che vede nel Green Deal europeo il suo strumento più interessante. Il Green Deal ha come scopo quello di trasformare l’economia Ue per adattarla a un futuro fortemente caratterizzato dalla sostenibilità economica e ambientale. L’obiettivo finale è estremamente ambizioso: la decarbonizzazione dell’economia entro il 2050.

Marino Berton, coordinatore di AIEL, ha preso la parola al posto del delegato del Ministero dello Sviluppo economico impossibilitato a partecipare all’evento e ha presentato il PNIEC, Piano Nazionale Integrato Energia e Clima dell’Italia, che ha come primo obiettivo quello di accelerare il percorso di decarbonizzazione, considerando il 2030 solo come una tappa intermedia verso la decarbonizzazione profonda del settore energetico entro il 2050 e integrando la variabile ambiente nelle altre politiche pubbliche. Malgrado questo però l’obiettivo al 2030 è solo il 30% della quota di energia da FER nei consumi finali lordi di energia.
In qualità di coordinatore di AIEL, però, Berton ha rimarcato come legna, pellet e cippato per il riscaldamento rappresentano il 32% di tutta l’energia rinnovabile del nostro Paese, ma sembra che il PNIEC non ne tenga conto, affidando alle biomasse solide un obiettivo di soli 6,98 Mtep, molto poco ambizioso considerando che oggi il settore parte da 6,25 Mtep.
 
Giulia Cancian, Direttore del settore Politiche di Bioenergy Europe, l’Associazione europea delle biomasse, ha presentato i dati di sintesi del settore bioenergetico in Europa.
Per quanto riguarda le prospettive future Cancian ha riportato, inoltre, un focus specifico su quali misure possono essere implementate per aumentare la competitività del settore bioenergetico soprattutto in confronto alle fonti fossili. La richiesta principale è quella di raggiungere un prezzo del carbonio che sia credibile. 14 Paesi europei hanno stabilito un prezzo del carbonio che si aggiunga all’EU ETS. La tassazione è chiave per raggiungere gli obiettivi dell’Unione in ambito energetico nel percorso di transizione verso un’economia carbon neutral.
Per quanto riguarda il prezzo della CO2, il gap tra i Paesi Ue è enorme: da 110 euro/tCO2 della Svezia a 0,23 euro/tCO2 della Polonia.
Ma ci sono anche buone notizie: l’Austria, ad esempio, dal 2020 ha messo al bando impianti di riscaldamento a gasolio nei nuovi edifici e dal 2021 sarà impossibile sostituire impianti di riscaldamento esistenti con nuovi impianti a gasolio. Anche la Norvegia dal 2020 ha messo al bando i sistemi di riscaldamento a gasolio e paraffina.
 
Francesco Ferrante, vicepresidente Kyoto Club, ha puntato l’attenzione sulla “storia” dell’energia da biomassa legnosa, invitando il pubblico a tenere distinte la biomassa storica da quella nuova, quella in esposizione nei padiglioni di Progetto Fuoco, che ha a disposizione strumenti, tecnologie e certificazioni che consentono una vera e propria “nuova primavera” delle biomasse perché si riesce ad accoppiare la rinnovabilità della fonte energetica al contributo positivo alla questione dell’inquinamento atmosferico. Ferrante conclude la sessione sottolineando come il PNIEC contenga obiettivi poco ambiziosi per il settore delle biomasse legnose evidenziando come gli obiettivi riportati nel piano sono già vecchi a seguito della presentazione delle nuove politiche europee in funzione dell’obiettivo decarb al 2050 previsto dal Green Deal.